sabato 30 gennaio 2016

NEROSUBIANCOPOESIA ... E POESIA SIA! ISTANTI DI VITA



Dall'omonimo libro di Raffaella C.B. Amoruso© 



"Facili espressioni dipinte
 estasi di pensieri raccolti in lettere
 in fila ad attendere il librarsi verso l'infinito ignoto. 

Inesauribile godimento dell'Anima. 

Anche in mezzo al deserto
 troverai l'oasi dove dissetarti."


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giovedì 28 gennaio 2016

RECENSIONE "ACULEI SPILLI"

Critica del Dott. Luciano Domenighini

ACULEI SPILLI di Raffaella C.B. Amoruso

Rivendica in qualche modo il potere sconfinato della parola la recente opera poetica di Raffaella Amoruso,
Aculei Spilli, il cui titolo, iterando due sostantivi pungenti, vulneranti, bene prelude al suo carattere e ai suoi intenti.
La silloge, la cui impaginazione prevede una pagina di pausa e di “rispetto”, senza testo e numerata, prima di ciascuna composizione poetica, accorgimento questo non privo di una sua valenza espressiva, è formata da una cinquantina di liriche monostrofiche senza titolo (in genere dalla terzina alla sestina) composte da versi brevi ( solitamente dal ternario al settenario) che colgono e traducono l’essenza di un momento di vita, una sensazione, una percezione, un moto emotivo, un pensiero, uno stato d’animo, una suggestione, declinandoli, in un’eterogenea varietà stilistica, lungo molteplici registri in una lucida rappresentazione della realtà, umorale e disadorna, sull’ala di un empito sdegnoso e risentito, intriso di amarezza, che tutto ridimensiona a resto frammentato, a peso residuale.
Un realismo pluriforme e politonale venato dal disagio di un periodo di “spleen” e di disillusione.
Sorprende rinvenire questo clima poetico in Raffaella Amoruso, in altre opere conosciuta per il lirismo semplice e sorgivo, confidente e solare.
Così ci s’imbatte in invettive veementi o a composizioni di taglio epigrammatico quando non epigrafico, alternate ad altre visionarie oppure sentenziose e oracolari quando non apocalittiche, ad altre meditative e “filosofiche”, ad altre di erotica fisicità, ad altre ancora elegiache e commosse, non disdegnando di tanto in tanto placanti aperture liriche di idilliaca descrittività.
La lingua e lo stile sono, come detto, alquanto alterni:
a volte rifiniti e ricercati ma, a tratti, di gusto granguignolesco, diretti, espliciti fino ad apparire brutali e truculenti.
Ma é proprio l’insieme di questa varietà contenutistico-formale la cifra e, tutto sommato, la risorsa maggiore della raccolta poetica.
Nella sua genesi rapida e bruciante, spontanea ed estemporanea, nell’ampia varietà dei temi e delle modulazioni che la informano, nella spregiudicatezza talora ruvida dei toni, nell’incoercibile urgenza liberatoria che la governa e la sospinge, Aculei Spilli, questa rapsodia intimistica e corrucciata, pur nella sua alternanza stilistica e nella discontinuità formale, si propone come un’opera poetica dirompente e conturbante ma, prima d’ogni altra cosa,
profondamente vera.


Luciano Domenighini

IN CARTACEO

IN E-BOOK




SECONDO ME : l'inverno è

My Best Winter Shot Contest





L'inverno secondo me ...è una rosa rossa, accesa, tra tante spine, inondata da candidi fiocchi per ricordarci che la speranza c'è ... sempre. 

Raffaella C.B. Amoruso

lunedì 25 gennaio 2016

RECENSIONI: "ISTANTI DI VITA"

Con piacere vi faccio leggere la recensione scritta dal Dott. Luciano Domenighini inerente al mio ultimo libro: "Istanti di vita"


Raffaella C.B. Amoruso, "Istanti di vita" 
A metà strada fra la silloge poetica e la raccolta di aforismi, immersa nell'atmosfera percettiva del tempo trascorso e perduto e con la vocazione del diario intimo, è quest'opera riepilogativa del bagaglio di memorie del passato in una messa a fuoco del presente che ha l'aspetto della pausa meditativa, della sosta chiarificatrice e, in più punti, il carattere di un'apocalisse privata, del "redde rationem", dell'autocoscienza e del conseguente giudizio annunciato e atteso, predestinato e inevitabile.
Questa collana di riflessioni è calata in un clima psicologico sospeso,fermo, sull'ala di una sorta di "cupio dissolvi", percepito e cantato con languore più che con rassegnazione, con dolcezza più che con orrore. Il sereno e appagante autocompiacimento della ricapitolazione in luogo del terrore per una possibile capitolazione.
La struttura a prosimetro che contrassegnava le sue precedenti raccolte ora si coagula e si omologa in una prosa poetica politonale, sempre divisa in numeri, dove labile è il confine fra la prosa e la versificazione. Sono toccate le corde della rievocazione, della riflessione filosofica, ma compaiono anche il commento cronachistico e l'immediata e istantanea descrittività di paesaggi e di emozioni. Su tutto aleggia un ineludibile senso di constatazione, di lucida presa di coscienza che non di rado trapassa in un motteggiare perentorio, definitivo, talora sentenzioso talaltra oracolare.
Non mancano le espansioni sensuali, quella celebrazione entusiastica, quasi cerimoniale del piacere fisico che aveva caratterizzato le opere precedenti.
Nondimeno qui compaiono anche momenti di sgomentata "empasse", di disillusione quando non di delusione, di distacco e di ripensamento, manifestazioni di uno spleen nichilista, di un'ebbrezza dell'abisso, di un incontro con il nulla azzeratore seppure rigenerante, scenario psicologico questo che , in passato, la poesia della Amoruso aveva solo, per velate allusioni, lasciato intravedere.
Il N° 13, non per nulla titolato come "Riflessioni", fortemente meditativo e è tuttavia rivelatore dello spirito più genuino dell'artista, della sua attitudine, tutta femminile, di affiancare e far concordare gli opposti: dopo aver inanellato, in un lungo e lapidario asindeto, più di venti affermazioni categoriche, analitiche, normative e istruttive circa il senso da dare alla nostra esistenza, la poetessa, in un subitaneo empito emotivo, trapassando dalla distaccata sentenziosità a un tono confidente e gioioso, conclude inneggiando alla vita: "La nostra vita/ Unica, irripetibile, magnifica" 
Due brevi "numeri" poi fanno da chiave di volta e di lettura di tutta l'opera e , in un certo senso, ne rappresentano il motore. La bellissima quartina rimata al N° 17 (3,7,7,4)  
"Attratti
irreparabilmente
dal fascino sottile
della mente" 
dove l'avverbio che svolge per intero il terzo verso ("irreparabilmente") dà il senso e il colore alla srtofa e la terzina al N° 20 (3,8,5) diacronica e struggente definizione di libertà. 
"Con gli anni
ci si aggrappa alla libertà
che non basta mai"  
Subito dopo ( N° 21) la poetessa riafferma quello che un suo leitmotiv, ossia l'orgoglio dell'identità di genere ( "Sono orgogliosa di essere nata donna/ E femmina/.....") rivendicando al sesso femminile la prerogativa di un'intelligenza superiore del mondo.
Comprensione non solo e non tanto razionale ma, per così dire, "olistica" e comunque inoltrantesi in un'atmosfera extrarazionale, intuitiva e , infine, perché no?, anche prodigiosa.
D'altra parte Raffaella Amoruso non è insensibile al fascino e alle prospettive di questa dimensione indefinita e misteriosa così come non disdegna di calarsi nel suo cerimoniale assumendone un ruolo magico ( N° 27: "Farò pozioni/ di magie d'amore/....), N°30: "Tu Sciamano/ gestisci l'anima mia amata/....").
"Istanti di vita", in conclusione, pur restando sostanzialmente in linea con la sua produzione precedente, rappresenta un'ulteriore significativa tappa nella maturazione poetica di questa poliedrica artista.  
Luciano Domenighini
(gennaio 2016)


venerdì 22 gennaio 2016

NEROSUBIANCO ... E POESIA SIA!

TRATTA DAL LIBRO "Ama ... Amo"



“Caos"  Raffaella C.B. Amoruso©

Dietro ciglia
Di nostalgici sogni colme
Sgomento
O lucida forza sprigionata.
Pioggia
Incessantemente cade
Inesorabilmente
Come il frutto di ciò che è stato
Mostruoso essere
Senz’anima
Presagio inciso
Tagliente
Come lama impietosa si scaglia
Indefesso
Tenace
Nell’inferno ancora.
Tormentato incubo disegna
Dietro folte ciglia chiuse …
… Caos …


Digital Art di Raffaella C.B. Amoruso
  

NEROSUBIANCO ... E POESIA SIA!

Pubblicata in :

Passion only erotic poetry e in Tra le braccia di Turan il risveglio dei sensi


“La collana di perle” di Raffaella C.B.Amoruso ©


Apri
Il lucente scrigno.
Sconquassami il cuore
E l’anima
E il ventre tutto.
Regalami
Orgasmiche parole d’amore
Per una notte
Una notte solo.
Desiderami
Sopra ali di tramonti infuocati
Offrirò il mio corpo.
In dono
Ampollose perle
A foggiar
Sboccata la collana.

Fotografia Raffaella C.B. Amoruso©

"IL FRUSCIO DELLE PAROLE MAI DETTE"


"IL FRUSCIO DELLE PAROLE MAI DETTE"
Antologia poetica ideata e curata da Raffaella C.B. Amoruso
Copertina Raffaella C.B. Amoruso



"Spirito"
Tra le mangrovie della via
fior di loto superbo
annuncia armonia.

Speranze narrate
silenzioso rumore
vibrante equilibrio.

Raffaella C.B. Amoruso

Casa editrice The writer 2013
Pag. 72

ISBN: 978-88-97341-54-3

Dalla nota introduttiva di Fabio Amato

Nel silenzio della notte, s’ode solo il fruscio di parole mai dette. Parole che avremmo voluto pronunciare o sentire, ma che rimangono nell’anima e nel cuore. 
La poesia ha la grande capacità di dare voce e rendere palesi le emozioni e le sensazioni che temiamo e cerchiamo di relegare nella nostra intimità.
La magia che scaturisce dall’incontro col verso è commozione e riappropriazione di noi stessi e nel contempo rielaborazione di sofferenze e fughe che hanno inaridito la nostra vita.
Sentire la poesia è la linfa che goccia dopo goccia dà senso al nostro essere qui ed ora. Ogni parola squarcia il velo che avvolge la paura di amare, che è paura di donarsi all’altro senza pretese, solo nella purezza del sentimento.
Liberarsi dalle corazze e dalle maschere che indossiamo nella quotidianità, questo è il poetico. Capire che lasciarsi andare nell’abbraccio è recuperare l’umano che è in noi. Oggi si è perso il piacere di condividere con gli altri, si è persa la fiducia nell’altro che viviamo come un invasore e un nemico della nostra privacy.
Le parole non dette pesano come macigni sulle coscienze e  spalancano le porte alle nevrosi, sempre più presenti nella nostra esistenza, che sfociano poi in aggressività.
La poesia resta baluardo con la sua capacità di svelare. Nelle poesie dell’antologia, una sorta di confessione, gli Autori hanno il coraggio di essere se stessi fino in fondo, di raccontarsi e di avvolgerci nel loro caldo abbraccio, andando controcorrente come solo i Poeti sanno fare.
Molti dei lettori s’immedesimeranno nei protagonisti delle liriche e probabilmente si renderanno conto che non è poi così male essere se stessi.

Fabio Amato



"CHARME"

"CHARME" 
Raffaella C.B. Amoruso e Anna De Santis ensamble

Ideato e curato da Raffaella C.B. Amoruso
Copertina Raffaella C.B. Amoruso




Casa editrice The writer 2015

pag.112

ISBN  9788897341864


Lorenzo Spurio 


Anomala esperienza nel mio percorso di critica letteraria ad autori contemporanei è questa che mi vede quale prefatore del nuovo testo di Raffaella Amoruso scritto a quattro mani con la poetessa Anna De Santis. O, per esser più precisi, bisognerebbe dire che Charme è una bi-antologia poetica che contiene testi dell’una come testi dell’altra e non poesie scritte propriamente a quattro mani, che è tutto un altro discorso, oltre ad una moda abbastanza diffusa negli ultimi tempi.Conoscevo già la poetica della Amoruso per aver letto recentemente e recensito il suo volume Aculei spilli (2014) e torno a leggerla, ora, con piacere in questa esperienza condivisa con Anna De Santis. La Amoruso non è nuova a pubblicazioni che hanno questo taglio “plurale” dato che, recentemente ha pubblicato anche Ama…amo (2013) insieme a Fabio Amato, poeta milanese.Punto di partenza dell’analisi potrebbe offrirla l’etimologia della parola charme che campeggia quale titolo di copertina: ci troviamo di fronte a un francesismo che deriva dal latino “carmen” che significava incantesimo e/o fascino. Lo charme quale definzione in un vocabolario di utilizzo odierno è un termine il cui significato è legato prevalentemente a due concetti che sono il fascino (dunque l’avvenenza e l’attenzione per l’estetica, come era nella sua accezione latina)  e la gentilezza (dunque la capacità innata di rapportarsi agli altri). Fascino e gentilezza che possiamo ricercare in una donnna (ma, perchè no?, anche in un uomo) non sono relegati, però, solamente alla loro dimensione fisica cioè legata alla apparenza e al sistema di buone/cattive maniere, ma è anche una categoria dello spirito, una caratterizzazione dell’anima e dunque della propria interiorità.Chi ha charme è ricco d’attenzioni, interesse, fascino e dunque è attraente, ammaliante, ricercato, seducente, avvenente etc etc. Tutto questo contribuisce a dare alla personacharme quel quid aggiuntivo che gli altri privi di charme non hanno: coloro che sono i comuni, i non avvenenti, i non seducenti. Ma chi definisce la presenza o meno di charme? Quale è il metro di giudizio e di investigazione per poter dire che, effettivamente, una donna è dotata di charme mentre un’altra non lo è? Non vi è un sistema caratterrizante di questo tipo (e per fortuna!, aggiungo) dunque lo charme, quale figlio diretto della bellezza e dunque del sublime non è che un fattore estetico opinabile, una considerazione soggettiva e in quanto tale degna di osservazioni e di pareri discordanti.Ma, per non divagare e per ritornare all’oggetto della presente raccolta, dirò che il tema fondamentale che unisce un po’ tutte le liriche è quello dell’amore: dell’amore sognato o sperato, di quello realizzato e consumato, di quello che si conserva e che resta a testimonianza di un percorso di condivisione unico e raro; dell’amore che si ricerca, al quale si tende, dell’amore che a volte si consuma o che porta alla rottura, alla lontananza, alla disperazione o addirittura (la cronaca ne dà ampia testimonianza) alla tragedia che -come sempre si dice- poteva essere evitata. L’amore di cui parla la Amoruso trasmette sensualità ed è sembianza concreta di un erotismo palpabile come quando parla degli “infiammati sguardi” (p. 10), degli “spogli corpi” (14) e delle “dita ribelli” (p. 17) o evoca la “totale estasi” (p. 13) in quel vorticare sommesso e piacevole dell’amplesso amoroso. Un po’ più austera è la descrizione amorosa della seconda poetessa, Anna De Santis che, castamente, parla di “ardite carezze” (p. 53) e del ritmatico sfiorar delle labbra (p. 68). A livello stilistico, abissale è la distanza tra le due poetesse di questo libro: alle immagini-fotogramma della Amoruso si contrappongono immagini descrittive e meticolose, quasi didascaliche della De Santis; al poetare veloce ed espressivo, come fossero pennellate vigorose della Amoruso, si contrappone un verso per lo più lungo e dalla struttura paratattica; all’evocazione di immagini che costituiscono analogie e danno in qualche occasione vita a delle vere isotopie nella Amoruso corrisponde una caratterizzazione quasi prosastica della De Santis. Chiaramente sono due diversi modi di fare e di intendere la poesia: la Amoruso si attesta su una poesia medio-breve che si concentra attorno ad immagini-simbolo che ne divengono importanti chiavi di lettura, mentre la De Santis sembra particolarmente legata alla costruzione di una poetica di stampo per lo più classico (anche nell’utilizzo di un determinato registro linguistico che, in date circostanze, potrebbe sembrare anche desueto come lo è ad esempio la “d” eufonica che spesso ricorre). Anche a livello tematico, pur rimanendo all’interno dell’ampio filone della poesia d’amore o, comunque, votata a indagare le pieghe più intime del sentimento, si ravvisa una lontananza tra i due sistemi poetici: la Amoruso parla di un amore consumato e da consumarsi con vari e puntuali riferimenti alla sfera dell’Eros e al bisogno insopprimibile di unione della coppia in quella condivisione da lei definita quale “la perfetta sinergia” (17) che si concretizza in una dimensione quasi mitica, fuori dalla concretezza del reale, ossia ben al di là dello “smisurato tempo del non tempo” (47).  Anna De Santis, invece, pur chiamando in causa la sfera dei sentimenti, lo fa in maniera più intima e pudica, senza svelarsi troppo, quasi con quella distanza dalla vicenda maggiormente caratterizzante un testo narrativo dove vi è impiegato un narratore onnisciente: “le mie gote divenivan purpuree/ mentre le mani sue accarezzavan pelle” (50) dedicandosi nelle liriche oltre all’amato anche a riflessioni sulla propria natura di amante come avviene nella lirica “Mio cuore gitano” (p. 64). Non manca l’indignazione nei confronti di un mal-trattamento nei confronti delle donne subito dagli uomi che la Nostra così sviluppa a conclusione di una lirica dal tono duro e ribelle: “per quello mi chiamano tutti ..meretrice/ arrivate ansimando solo su quello che si vede, si tocca/altro non sapete fare” (p. 65), una poesia viscerale, carnale  e, se non ardita, senz’altro espressione di una forte femminilità quella della Amoruso; una poesia razionale e riflessiva, intima ed emozionale quella di Anna De Santis. Non è possibile, però, dire se una delle due poetiche sia in qualche modo e per qualche ragione a me preferibile per una motivazione molto semplice: che il critico non è un maestrino e soprattutto, ancor più evidentemente, perchè non esiste (o per lo meno non dovrebbe esistere) una scala gerarchica nella poesia: chi è mosso a comporla, chi ne sente l’ispirazione, chi ne abbisogna e chi la ricerca tortuosamente quale prodotto creativo sono tutti accomunati a quel “fare” tipico e connaturato dell’etimologia stessa di poesia contenuta nella radice poiesisVirginia Woolf, grandissima donna e per la vigorosa mentalità di pensatrice e per la sua prolifica attività di scrittura, sosteneva che se un libro è ben scritto e ha un valore intrinseco al suo interno, il lettore non farà difficoltà a rendersene conto e a percepirlo, sempre mediante le sue inclinazioni e per mezzo dei filtri che ha nei confronti del mondo e allo stesso tempo che una prefazione per questi motivi può risultare poco meno di una perdita di tempo perchè non è mai (e grazie a Dio!) il prefatore o il commentatore ad accrescere o a determinare il successo di un’opera. Essa è già sufficiente, in sé, da sola. 
Scusatemi, dunque, per avervi rallentato la lettura di questo libro e, per favore, scordatevi tutto quello che vi ho detto. 
 Lorenzo Spurio


http://www.unilibro.it/libro/amoruso-raffaella-de-santis-anna/charme/9788897341864

http://www.ibs.it/code/9788897341864/amoruso-raffaella/charme.html

http://thewriter.it/index.php/l-intero-catalogo/l-intero-catalogo-3/item/1077-amoruso11

http://www.lafeltrinelli.it/libri/de-santis-anna/charme/9788897341864





"Charme"
Ovvero una donna ricca di fascino, di grazia e femminilità e nella nostra differenza, come tanti piccoli fiori, poeticamente ci proviamo.
Dedicato a tutte le donne.
Raffaella C.B. Amoruso



In quarta di copertina il commento dell'amica Giorgia Catalano


"PASSION - only erotic poetry"

"PASSION - only erotic poetry"

Antologia poetica di autori contemporanei 
          Italiano/Spagnolo ideata e curata da Raffaella C.B. Amoruso
Copertina Raffaella C.B. Amoruso


"Passione ...
il riflesso dei tuoi occhi nei miei"
Raffaella c.b. Amoruso

The writer editore 2014, 144 pagine
ISBN 9788897341727
Dalla nota introduttiva:

I versi degli autori presenti in questa antologia ricchi di sensualità, trasmettono emozioni cariche di passione. L'erotico, diviene tramite tra l'anima del poeta e quella del lettore, che si immedesima e rivive gli incontri carnali, ma soprattutto d'anima mirabilmente descritti nei componimenti. L'erotismo è seduzione dell'anima, prima ancora che del corpo e ricerca dell'incontro. Nel coinvolgimento totale della persona troviamo il senso ultimo dell'esistenza. Si vive per e nell'amore che è vita che trasuda di sensazioni, dolcezza ma anche di paure e sofferenza. Tramite il contatto fisico entriamo in sintonia con l'energia dell'universo e spalanchiamo la porta all'immortalità. (Fabio Amato)

http://www.ibs.it/code/9788897341727/passion-only-erotic.html

http://www.libreriafernandez.it/libreria/catalogo/libro/9788897341727/-Passion-only-erotic-poetry

http://www.unilibro.it/libro/passion-only-erotic-poetry/9788897341727

"AMA ... AMO" dialogo poetico

"AMA ... AMO"
Un dialogo poetico tra due autori: Fabio Amato e Raffaella C.B. Amoruso
Copertina Raffaella C.B. Amoruso
Autore: Amoruso Raffaella, Fabio Amato
Titolo: Ama...amo
Formato: 15x21 
Pagine: 56
Anno di pubblicazione: 2013
ISBN: 978-88-97341-51-2

Casa editrice The writer

http://thewriter.it/index.php/l-intero-catalogo/l-intero-catalogo-3/item/119-amoruso5

http://www.amazon.fr/Amo-amo-Raffaella-Amoruso/dp/8897341519

http://www.lafeltrinelli.it/libri/fabio-amato/amo-amo/9788897341512

http://www.mondadoristore.it/Amo-amo-Fabio-Amato-Raffaella-Amoruso/eai978889734151/

http://www.libreriafernandez.it/libreria/catalogo/libro/9788897341512/Raffaella-Amoruso--Fabio-Amato-Amo----amo











Pensiero critico

di Luca Calcagno


Non si può che apprezzare la Poesia in ogni sua forma, specie in un tempo insensibile come quello in cui oggi viviamo. Ogni verso è testimone di Umanità e di resistenza alla Crisi; che non è solo economica, ma di valori. Le qualità che vediamo traballare sono molte e basta guardarsi attorno con spirito da osservatore critico per individuarle: compassione, umiltà, rispetto, bontà, pazienza. Sono tutte virtù che la Società sempre in movimento non tollera, perché obbligano a fermarsi; così come la poesia stessa obbliga a fermarsi, per riflettere o per ascoltarsi.
Ama ... amo nasce da due autori diversi, quanto simili nelle tematiche. Simili, perché i loro componimenti si pescano dall’interiorità della persona, senza timore di affrontarne anche i lati più oscuri; inoltre, perché i loro versi che «permettono all’anima di aprirsi» sono pressoché tutti in terza persona, con un oggetto poetico che viene descritto, ma che va oltre facendosi metafora per qualcos’altro. Diversi, perché proprio questo qualcos’altro permette loro di mostrare la propria individualità di essere umani.
Sono tante le lenti che Amoruso e Amato utilizzano nei loro versi, ma, se si volesse ricercare un denominatore comune, allora si dovrebbe partire dall’elemento più semplice e subito sotto gli occhi: il titolo. Ciò che sottende l’intera raccolta è l’amore, inteso però non solo col senso primo che viene in mente, ma anche con quello di amore come compassione verso la persona che è altra rispetto a noi.
Raffaella Amoruso intesse i suoi versi con una tensione amorosa, che varia in tutte le sue sfumature: dal desiderio dell’altro, fino ai pensieri che tormentato «masturbando la mente».
Fabio Amato, invece, mostra di avere un oggetto poetico ben preciso, la disabilità sperimentata, che diventa la lente che gli permette di indagare ciò che lo circonda.
La poesia che entrambi gli autori prediligono si rifà all’Ungaretti de L’Allegria, quella dei versicoli, della parola-verso e del silenzio degli spazi bianchi. Sono componimenti brevi dunque, ma che proprio nella brevitas ricercano la maggior concentrazione comunicativa-espressiva di cui i due poeti sono capaci.
Un libro, Amo ... ama, che non intende essere una manieristica celebrazione dei buoni sentimenti, ma che vuole portare agli occhi del lettore una critica presentandogli, da un lato la debolezza della Donna e dell’Uomo, dall’altro, quelle della Società.

Luca V. Calcagno


"TRA LE BRACCIA DI TURAN"

Antologia ideata e curata da Raffaella C.B. Amoruso
Copertina Andrea Tonella

Casa editrice Segnidartos 2013
ISBN 9788890823312
http://www.libreriafernandez.it/libreria/catalogo/libro/9788890823312/-Tra-le-braccia-di-Turan--Il-risveglio-dei-sensi

Quando poesia, fotografia e disegno danzano insieme. 

"Tra le braccia di Turan - il risveglio dei sensi" è un'antologia poetica appena pubblicata da Segnidartos Edizioni e curata dall'editor e fotografa biellese Raffaella Amoruso.
Il libro si rivolge agli amanti di forme espressive diverse in quanto contiene poesie di nove autori differenti, tre racconti dell'artista e scrittore Indro Pezzolla, una fotografia di Andrea Tonella e disegni in bianco e nero di Nicolò Avanzi, giovane artista biellese.
Il filo conduttore dell'opera è l'amore, la tenerezza, la sensualità e l'erotismo. Ma anche malinconia, disincanto e, come scrive il pedagogo e poeta Fabio Amato nella nota critica "il silenzio, quel silenzio che ci permette di entrare in sintonia con la parte più profonda di noi stessi e nello stesso tempo ci aiuta a conoscere l'altro nella sua intimità".
L'antologia è dedicata a Turan che nella mitologia etrusca rappresentava la dea dell'amore, nonchè della fertilità e della vitalità. Il suo nome significa lettaralmente "signora". 
Perchè, come scrive Raffaella Amoruso nella prefazione "Abbiamo tutti bisogno di impulsi, di sogni e di magia, la necessità vitale di Poesia, che possa risvegliare le emozioni, troppo spesso sopite e distratte, per regalare ancora, nuovi colori e nuova luce, alle cose che ci circondano".
Esplicito omaggio alla dea etrusca si trova anche nella fotografia di copertina che rappresenta una bellissima donna in dolce attesa. L'attesa è anche quella di un nuovo inizio: secondo Fabio Amato "leggendo questi componimenti si ha la sensazione che la poesia vera abbia ancora la forza di emergere, malgrado le reali difficoltà che quotidianamente investono il nostro mondo. Ad essa spetterà il compito di guidarci fuori dalle sacche in cui siamo impantanati".

Mara Giglio



"ASSORDANTE SILENZIO D'INVERNO"

Antologia poetica ideata e curata da Raffaella C.B. Amoruso
Copertina: quadro di Gigi Piana

Casa editrice Segnidartos
ISBN 9788890823305


È dunque assordante il silenzio? Questa figura prolissa,

si chiama «ossimoro»: è l' unione impossibile di due

opposti e descrive, come meglio non si potrebbe, ciò

che succede nel nostro presente.

È sicuramente una sensazione che ciascuno di noi ha

vissuto, almeno una volta nella vita. L’assordante silenzio,

ad esempio, dei meccanismi che la nostra società

mette in atto, per non vedere la violenza, strisciante e

silenziosa, continua e indifferente su donne e bambini,

su deboli e indifesi.

Quella muta percezione, di non essere uditi, capiti,

ingoiando parole amare, ma costruendo, nonostante

tutto, quel vigore, quell’energia positiva, che si sprigiona

benefica e libera, attraverso le parole di quest’antologia.

È lo strillo del nostro tempo, che nasce come un sibilo,

un sussurro, per poi espandersi e diventare sempre più

importante, più corposo, fino a raggiungere l’Anima e

donare forza nella forza.



“… Nell’assordante silenzio d’inverno

una voce si levò

compatta

oltre le cime innevate.

Quell’urlo accorato

troncò la notte.

Anima di vento sublime risvegliò

squarciando il cielo

dove magnifiche voci

brillarono come perle.

Lucenti cristalli

di squillante luce.”


Raffaella Amoruso

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VADEMECUM

A questo punto se il libro vi interessa, ci sono diverse soluzioni per poterlo acquistare.  1-Non dovete far altro che comparare i prez...